venerdì 25 dicembre 2009

DARK FUNERAL - Angelus Exuro Pro Eternus


Regain Re
cords - 2009
Black Met
al (quello svedese)
Da 1 a 10: Gli ineffable kings of darkness tornano a pestare duro (7)
Articolo di: Simone "M1" Landi

A distanza di
quattro anni dal precedente "Attera Totus Sanctus" torna a farsi sentire la band di Lord Ahriman e soci, a compimento di un'annata che ha visto un sacco di big della scena black metal internazionale rilasciare nuovi album: dai Marduk ai Gorgoroth passando per gli Immortal.

La prima cosa che balza all'occhio è la continuità stilistica della copertina con le tre precedenti: ancora un satanasso rosso fuoco avvolto dalle fiamme dell'inferno, simbologia tradizionale che si sarebbe potuto rendere in maniera migliore evitando il ricorso alla computer grafica.
A livello di qualità del suono e di scelte stilistiche invece è impossibile non notare un allontanamento da quel "Attera Totus Sanctus" che aveva fatto storcere il naso a molti avendo sacrificato eccessivamente le chitarre in favore della batteria. Ecco quindi che il riffing di Ahriman e Chaq Mol, marchio di fabbrica riconoscibile fra mille, del combo svedese ritorna a sferzare con piena potenza i brani supportato dalla travolgente batteria del recente acquisto Dominator, raggiungendo il picco per ispirazione nella opener "The End Of Human Race". "Angelus Exuro Pro Eternus" però non si limita a pestare infiniti blast beat come nella migliore tradizione Dark Funeral ma offre anche diversi spunti inediti, piccole sperimentazioni utilizzate per evitare un blocco compositivo che all'alba del quinto disco ci si sarebbe potuto aspettare. E' il caso di brani quali "Stigmata" che parte in mid-tempo per poi crescere, farsi più serrata ed esplordere nel più classico degli assalti frontali, inframezzato da un bel lavoro delle asce particolarmente ficcante, della già nota "My Funeral" (per la quale è stato realizzato un video che gira da diverso tempo in rete) che vede Dominator disegnare ritmiche inedite all'interno del Dark Funeral sound, andando oltre la semplicità dei mid-tempo del passato come "Atrum Regina" e "Goddess Of Sodomy" pur senza strafare con particolari esibizioni di tecnica o dell'epica "Demons Of Five" che stupisce per la presenza di un assolo di chitarra.
Il risultato degli sforzi dei Dark Funeral si concretizza in un disco ben saldo sulle posizione del passato che hanno contribuito ad innalzarli al ruolo di black metal band di successo internazionale, mostrando però al tempo stesso la volontà di andare oltre a quanto già proposto pur lasciando inalterato il tratto distintivo del riffing gelido e tagliente come un rasoio. "Angelus Exuro Pro Eternus" è un buon disco, estremamente curato e ben realizzato che però se confrontato col passato risulta ridimensionato: "The Secrets Of The Black Arts", "Vobiscum Sathnas" e "Diabolis Interium" pur con le loro differenze restano il top probabilmente ineguagliabile.

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