mercoledì 23 dicembre 2009

FOMENTO - Either Caesars Or Nothing

Coroner - 2009
Thrash-death, Hardcore.
Da 1 a 10: (6/7) E non c'è tempo per respirare.
Articolo di: Enrico De Domeneghi

Se 'fomento' significa ancora 'istigazione deliberata ed intenzionale alla violenza', l'italico combo ha azzeccato almeno un paio di cose: saper rendere bene l'idea della propria musica già dal nome, ed aver scelto un moniker decisamente stiloso. Attivi dal 2005, eccoli al primo full-lenght per Coroner Records, un lavoro double-fax che ha subito attirato l'attenzione di gente del calibro di Hatebreed e Children Of Bodom.

Double-face soprattutto nella sostanza, direi. 'Either Caesars Or Nothing' è un buon connubio di death-thrash ed hardcore in 12 tracce, in cui i cori da pugna alzate convivono con strutture metal, e gli assoli interrompono sfuriate accacì o breakdown mosh senza grossi problemi. Aggiungici le vocals filo-Jasta del discreto urlatore Marco Krasinski, un massiccio uso del doppio pedale ed ottieni i Fomento. Nulla di più lontano dal death-core frangiato, quello per cui prerogativa fondamentale all'ascolto è essere magri e finti-mori, per intenderci. E infatti, già dal press-kit le intenzioni sono chiare: diventare 'the ultimate anti-emo war machine' (fatevi un giretto sul loro sito http://www.fomento.it, date un'occhiata all'immagine di apertura e vi farete subito un'idea -nda).

Va premiata l'intransigenza, certo, ma questo comporta dei rischi. Perchè se la tua band non si chiama Hatebreed o Salyer, cioè se non hai dimostrato negli anni una credibilità tale da poter permetterti di essere sempre più o meno egregiamente la stessa cosa, rifarsi a stili musicali così triti e sviscerati vuol dire ripetere la ripetizione, giocare a carte scoperte. Ad ogni modo, pur sempre di un debut album si tratta, e se ancora c'è di certo spazio per mettere del proprio, brani come 'Burial At Sea' o 'Faithless' sono già buone preview di cosa i Fomento potranno diventare. Hanno buone potenzialità ma non si sono ancora applicati del tutto. Diamogliene il tempo.

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