sabato 5 dicembre 2009

HANDFUL OF HATE - Coerenza e determinazione


Intervista a: Nicola Bianchi (vocals & guitar)
Articolo di: Simone "M1" Landi

Freschi dell'uscita di un nuovo devastante lavoro "You Will Bleed", abbiamo scambiato quattro chiacchiere con un determinatissimo Nicola che ancora una volta ci dimostra il significato del termine coerenza.

Ciao ragazzi, benven
uti sulle pagine di Ncore Webmagazine e grazie per la disponibilità a concederci questa intervista, veniamo subito al punto. E' fuori ormai da alcuni giorni il vostro nuovo disco "You Will Bleed", quali sono le vostre sensazioni a riguardo? Quali le reazioni di pubblico e critica?
Grazie a voi per l'intervista. Sì, il disco è uscito ufficialmente il 4 novembre scorso e le prime impressioni sono ottime. Le recensioni sono entusiasmanti e stiamo ottenendo voti altissimi (tra cui 14/14 su Legacy in Germania) su molti magazines che solitamente non vedono di buon occhio le bands estreme che vengono dall'Italia. L'etichetta ha già dovuto ristampare perchè tutta la prima stampa è in giro per il mondo tra i distributori che, a quanto pare, stanno avendo richieste di gran lunga superiori rispetto al precedente album.

Il vostro quinto disco vede presente una line-up profondamente rinnovata rispetto al passato, volete ricapitolare le vicende che hanno portato a questa situazione ai lettori che non le conoscono?
Penso che un po' tutti sappiano che abbiamo sempre avuto problemi interni e quanto sia difficile trovare musicisti motivati e duraturi nel nostro paese. Semplicemente nel 2007 le premesse con le quali avevamo stabilito un rapporto tra i membri erano venute meno a causa di atteggiamenti sbagliati, cambi costanti di opinioni e comportamenti solo deleteri, la band era arrivata ad uno stallo. Già mesi prima mi ero reso conto che a breve sarebbe successo un vero e proprio rinnovamento, da qui cominciai a prendere contatti con nuovi musicisti ed a lavorare con loro. Bastò una piccola scintilla ed i 3/4 della band si autoeliminarono. Da qui ho ricominciato un lungo e duro lavoro molto meticoloso che ci ha portato a distanza di un anno a tornare live, e dopo due anni dal cambio di formazione a riproporci con un nuovo disco. E' stato un grande successo personale, nonostante faccia invidia e scateni costanti gelosie che sfogano in atteggiamenti miserabili e puerili, ma non me ne curo, io vado avanti per la mia strada. Ho sempre detto "nessuno qui è indispensabile", si lavora per un fine comune e le rockstars, specialmente quelle che ogni quattro mesi cambiano opinione sui generi musicali, è bene continuino per la loro strada. Ho bisogno di persone umili e motivate che siano felici di produrre qualcosa sotto questo nome, non di caratteri arroganti e vili. Detto questo non ho niente contro chi ha attraversato la storia di questa band dando un suo contributo, ho solamente bisogno di coerenza e costante voglia di lavorare per una causa comune. Lascio le infamie, le voci false, pettegolezzi e soprattutto le sterili lotte di quartiere, che si compiono nella miseria della nostra scena metal, ad altri. Io rispondo solo di persona! Chi vuol capire capisca.

Quali pensate possano essere i punti di forza di "You Will Bleed"? Quali le differenze con gli album del passato?
Innanzi tutto un ritorno al Black Metal puro delle origini. Poi aver sfruttato un ottimo chitarrista con ottime idee come Deimos sia nel suonato che nella produzione. Abbiamo puntato molto poi sulla sessione ritmica di Andrea. Finalmente un drumming preciso, che annovera molte parti dispari da quelle pari, i pezzi registrati con click, magari a discapito di qualche bpm di velocità, ma senza il bisogno di giorni interi di editing di batteria per sistemare, tutto avendogli lasciato libertà di proporre nuove soluzioni sui toms e sui piatti. Penso che questo sia un album maturo e completo.

Quali sono gli argomenti che avete trattato nei testi?
La mia linea è quella di un esame della materialità terrena. Niente o quasi di trascendentale, aberro i soliti testi Black Metal, le solite immagini coi lupi, foreste etc. (specialmente quando sei italiano secondo me ti copri di ridicolo!) ci sono molte altre cose e più originali dei soliti sentieri tracciati dal nord Europa. Ho sempre avuto un forte interesse per la carnalità estrema, le forme di piacere più raccapriccianti dettate dalla letteratura erotica del Settecento fino ai giorni nostri ed una sentita battaglia, questa volta, non contro figure iconiche che rappresentano il culto della Cristianità ma contro il cancro che inquina la nostra esistenza tutti i giorni: la Chiesa cattolica di Roma. Detto questo il nuovo album tratta moltissimi aspetti incluse le grandi epidemie che hanno decimato "le umane genti" fino alle reazioni più efferate all'agonia del vivere.

Abbiamo parlato di passato, potreste commentare brevemente le tappe del percorso degli Handful Of Hate attraverso le varie uscite discografiche?
Nel 1995 uscì il primo demo "Goetia Summa", nel 1997 il primo album "Qliphothic Supremacy" e nel 1999 il secondo "Hierarchy 1999". Segue una fase abbastanza lunga in cui tra problemi di formazione e stallo discografico inizia una vera e propria maturazione musicale, i primi sintomi si intravedono nell'EP "Death From Above" del 2001 e il vero e proprio sviluppo in termini di professionalità e maturità compositiva si ha col terzo album "Vicecrown" nel 2003. Seguono sempre nello stesso anno due releases a stretto giro l'EP "Scorn And Conquest" ed il mcd "Blood Calls Blood". Nel 2006 il quarto cd "Gruesome Splendour" e finalmente si arriva all'ultimo album uscito da un mese scarso "You Will Bleed".

Con oltre quindici anni di carriera alle spalle vi possiamo considerare fra i veterani del metal estremo tricolore e ne avrete passate sicuramente di tutti i colori. Quali ritenete però essere il momento più alto e quale il più basso della vostra storia? Avete mai avuto intenzione di gettare la spugna dopo un particolare evento negativo?
Nonostante alcuni personaggi mossi da invidia per la nostra continuazione e sviluppo musicale dopo il 2007 si siano affannati a dire che eravamo morti, mai a me è passato per la testa di gettare la spugna, ho solo pensato di riorganizzarmi che è molto differente. Momenti particolarmente difficili sono stati nel 1994 quando subii il lutto del mio bassista e nonostante tutto ripartimmo dedicando a lui il primo demo ed il primo album. Momenti positivi direi adesso con l'uscita del nuovo album, ed una condivisione dell'esperienza musicale con persone motivate e mature. Son stato molto bene anche nel 2007 quando i 3/4 della formazione si autoeliminarono, uscendo da un periodo annuale di stress recuperai sei kg in tre mesi!

Che cosa è per voi ora, nell'anno 2009, il black metal? Solo un genere musicale o qualcosa di più profondo?
Un genere musicale che include a più e differenti livelli uno stile di vita proprio.

C'è qualche disco che vi ha particolarmente colpito ultimamente oppure un'artista o gruppo che avete riscoperto?
Più che in positivo mi hanno colpito alcune grosse bands che continuano a distanza di dodici mesi a sfornare album in serie per obblighi contrattuali. Sanno suonare divinamente, è raro che facciano uno schifo, ma si sente che di fresco non c'è niente. Addirittura si sente un reciclare di riffs e soluzioni già fatte mille volte e aggiornate di pochissimo.

Chi sono e cosa fanno gli Handful Of Hate una volta svestiti i panni di musicisti nella vita di tutti i giorni?
Siamo quattro persone che lavorano in settori differenti. L'unico che campa di musica è il nostro batterista avendo molti allievi, stages e corsi continui. Io personalmente sono laureato in Storia Medievale ma sembra quasi impossibile di questi tempi trovare impieghi nell'ambito culturale. Ragion per cui attualmente sono un lavoratore autonomo nel campo dell'artigianato.

Quali sono i vostri programmi per il futuro? Come vi state muovendo sul fronte dei concerti? Quanto è importante per voi la dimensione live?
Per noi la dimensione live è fondamentale. Stiamo chiudendo adesso le date per la primavera includendo paesi come Spagna, Francia, Grecia e l'est Europa.

A voi la parola per chiudere questa intervista.
Ringrazio voi per l'intervista e le persone che ci seguono e supportano apprezzando la nostra musica. Grazie!

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