martedì 2 febbraio 2010

ANIMALS AS LEADERS - Animals As Leaders


Prosthetic - 2009
Progressive Metal
Da 1 a 10: tanta, tanta roba (7/8)
Articolo di: Enrico De Domeneghi


Chiunque si trovi ne
lla posizione di dover scrivere di un disco, dal giornalista musicale stipendiato al blogger più scapestrato, dovrebbe riuscire a lasciarsi alle spalle tutta una serie di informazioni, nozioni, definizioni già immagazzinate in precedenza. E tutto per potersi affidarse solo alle sensazioni che il lavoro in esame trasmette. Quel che dovrebbe uscirne, io credo, dovrebbe essere una valutazione soggettiva ed oggettiva ad un tempo. Ligia a quanto la musica fa arrivare alla propria testa; matematica, ma a partire dalle sensazioni dell'io-che-ascolta. Venendo a noi, io di progressive metal conosco ben poco e potrei facilmente liquidare la questione dicendo che Dream Theatre e compagnia bella, pur essendo di sicuro misicisti provetti, mi smaronano non poco. Smantellato il mio inesistente bagaglio di conoscenze, quindi, diamo il via all'esperimento del 'senti e riporta' con l'omonimo di Animals As Leaders.

Uno, prima traccia. Pesantezza prima di tutto, una chitarra solista che detta legge su riffoni alla Meshuggah che, onestamente, non credevo potessero essere accostati al prog. Nessuna vocals. Apertura quasi post-hardcore in finale di pezzo, e brano che cambia direzione resentando certi Isis. Wow, non male davvero. Due. Virtuosismi chitarristici prima di tutto e poca evoluzione complessiva. C'è sotto un guitar hero? Se il disco prende questa piega mi rimangio tutto quanto detto fin'ora. E invece, alla terza traccia, ci si rimette tranquilli, qui si tratta decisamente di (post?)metal prima che di prog.

Album Leaf e Between The Buried sono un'improbabile accostata, ma ben descrivono il procedere di 'On Impulse', quarto pezzo. Viene introdotta la componente elettronica, e molto bene anche, fino ad un finale con gioco di chitarre pregevole. E quest'album continua a non aver bisogno di una cantante, eh. Tregua al quinto step, con un'intermezzo ancora chitarristico che si fa davvero benvolere. Sei, 'Behaving Badly'. Questo batterista spacca (Navene Koperweis, nda). Molto bravo ad inserirsi nella dinamica del brano, tanto da perdere talvolta lo status di strumento ritmico per eccellenza. Ma qui l'eccellenza è fatta dalle stesse chitarre, che hanno in mano le redini quasi sempre e picchiano che è un piacere. La settima traccia tocca di nuovo la sperimentazione: l'elettronica stavolta è decisamente sostanziale, e arriva a fondersi con la stessa batteria acustica. Per opposto, qui è la sezione ritmica a fare da solista. Tutto da rifare su quanto detto prima, ma ottima sensazione di fondo. Sviluppo ed orizzonti musicali mutevoli prima di tutto.

Si continua con un paio di pezzi tra tapping e sonorità math-metal, e qui capisco perchè questi Animals As Leaders condividono il palco con Dillinger Escape Plan, Between The Buried And Me e Veil Of Maya. Per la cronaca, dopo 'Cafo', ottava traccia, mi hanno quasi convinto. Nono brano quasi epico all'inizio, poi più atmosferico e dilatato. Sorprende il blastbeat in conclusione, che apre ad un epilogo di nuovo lontanamente Meshuggah. E io, che mi ritrovo per l'ennesima volta spiazzato sulla definizione di 'progressive metal', ho un sorriso stupido stampato in faccia. La dieci è un pezzo acustico che fa da outro in anticipo, e volgio dire, a questo punto ci sta proprio. Fine album che torna alla pesantezza ragionata e ai tempi dispari cari ai nostri. Thumbs up, e non c'è storia.

Solo in coda, qualche informazione di servizio. Gli Animals As Leaders, combo di Washington DC, fanno perno sul chitarrista Tosin Abasi, che dopo lo scioglimento della creatura Reflux, ha dato ascolto alla Prostethic Records e ha messo insieme questo nuovo progetto filo-solista, già alla seconda convincentissima prova. Dico 'filo' perchè senza i tre compagni, anche l'impatto del virtuoso verrebbe molto molto meno. Mr. Abasi domina, ed è comunque il caso di dirlo, una chitarra ad otto corde gentilemente fornita da Ibanez.

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