giovedì 26 novembre 2009

SETTLE - At Home We Are Tourists

Epitaph - 2009
Indie-Rock (Elettroshock)
Da 1 a 10: Allacciate le Cinture (6)

Articolo di: cece

Quando ci si imbatte in gruppi come i Settle, sempre in bilico fra due o più generi, sperimentali all’inverosimile e maturi sotto ogni punto di vista, non si capisce mai con chi si abbia realmente a che fare: geni incompresi o semplicemente musicisti confusi? In questo caso la risposta, tanto per confonderci ancora di più le idee, sta nel mezzo.

Con “At Home We Are Tourists”, debutto sotto Epitaph Records nonché secondo album sulla distanza dopo un anonimo disco autoprodotto, i quattro ragazzi della Pennsylvania si avviano ad una carriera fatta di sperimentazione, passione, innovazione e tanto sano Rock’n’Roll.
Comprendere un disco come “AHWAT” significa fare un salto in dietro nel tempo di una ventina d’anni circa, in quella scena underground praticamente concepita per soli nerd, che fu parte integrante storia dell’Emo di prima ondata (Q And Not U, Weezer), per poi fare subito un salto ai giorni nostri giustificando così l’uso del synth e di tutta la parte Indie-Rock (ultimi Brandtson, Franz Ferdinand).
Se è impossibile catalogare i Settle come genere è altrettanto facile attribuire loro le più svariate etichette, con loro ci si può tranquillamente sbizzarrire quindi, togliendomi una soddisfazione da critico/recensore, gli affibbio subito il mio elenco definendoli Alternative Indie-Rock/Emo-Punk/Elektro-Dance Pop e, credetemi, sono stato abbastanza sintetico.
In conclusione ritengo opportuno, vista la facilità con cui ci si può perdere durante l’ascolto dell’album, segnalare quelli che secondo me sono gli episodi più significativi, anche se il parere personale in questa occasione potrebbe indicarvi la strada più complicata: inizierei con la più “facile” ed immediata “Murder” per poi proseguire con “Affinity For My Hometown”, “I Saw An Inferno Once”, concludendo con l’elettronica “Naked At A Family Function”. Per chiunque avesse voglia di provare qualcosa di veramente alternativo consiglio invece l’intero disco “At Home We Are Tourists”, buon viaggio.

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