giovedì 8 ottobre 2009

BEARDFISH - Destined Solitaire


Inside Out-2009
Progressive

Da 1 a 10: Più che notevole (9)
Articolo di: Maurizio Mazzarella


Provenienti dalla Svezia ed attivi dal 2001, i Beardfish giungono con questo nuovo "Destined Solitaire", alla pubblicazione del proprio quinto album in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a solo un anno di distanza dall'eccellente "Sleeping in Traffic: Part Two".



Musicalmente, questa magnifica band scandinava suona un rock progressivo con un sound completamente devoto agli anni settanta, con una forte strizzata d'occhio a band come Genesis, Gentle Giants, Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer e via discorrendo, anche se è palpabile una forte influenza proveniente esclusivamente dalla scuola italiana, con in cima PFM, Balletto di Bronzo, Rovescio della Medaglia e Banco del Mutuo Soccorso. Aldilà di questo, i Beardfish dimostrano ad ogni modo di avere una fortissima personalità e soprattutto un notevole talento rinfigorito da un incredibile spessore artistico, oltre ad eccellenti doti tecniche e compositive fuori dal comune. Detto questo, "Destined Solitaire" è un album stupefcente, prodotto in modo assolutamente impeccabile e capace di estasiare in ogni nota ed in ogni piccolo frammento. Si parte con "Awaken the Sleeping", song impeccabile da ogni dimensione e punto di vista, infarcito di elementi folk ed impreziosito da fraseggi raffinati ed intermezzi psichedelici, "Destined Solitaire" a seguire, parte in modo cupo per poi sterzare immediatamente verso uno stile dinamico con cambi di tempo eleganti ed improvvisazioni spiazzanti, "Until You Comply (Including Entropy)" invece, è l'episodio più intenso del disco ed anche il più ispirato, con sonorità improntate su atmosfere di pura poesia che si fondono con spunti di follia artistica autentica. "In Real Life There Is No Algebra" consente di effettuare un pregevole balzo nel passato, giovando di una struttura ed un'articolazione che rasenta la perfezione, differentemente "Where the Rain Comes In" è un componimento più attuale, dove sono le tastiere a ricoprire un ruolo fondamentale, mentre in "At Home... Watching Movies" sono le chitarre acustiche le assolute protagoniste del brano. Nella parte finale del disco, "Coup de Grâce" spazia verso uno stile più versatile e variegato, dove viene messa parzialmente da parte la matrice "rock" a favore di quella "progressive", "Abigail's Questions (In an Infinite Universe)" conferma la cura dettagliata e minuziosa degli arrangiamenti e la conclusiva "The Stuff That Dreams Are Made Of" infine, racchiude l'essenza della band riassumendo nel suo complesso i contenuti di un disco che chi ama questo settore musicale non deve assolutamente lasciarsi sfuggire.

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