mercoledì 21 ottobre 2009

CONVERGE - Axe To Fall


Epitaph - 2009
Post-core, Math-core
Da 1 a 10: tre metri sopra il clero (8)
Articolo di: Enrico De Domeneghi

Siamo giunti alla settima prova per il combo-icona Converge, e la linea di confine viene spinta di nuovo pesantemente oltre il trend medio del genere. 'Axe To Fall' non è forse la loro miglior prova, ma questo non conta poi molto se prendiamo in esame la band di 'Jane Doe'. I Converge hanno saputo aprire un florido varco tra due macrogeneri, il punk ed il metal, e l'hanno fatto da pionieri, tanto quanto i Suicidal Tendencies o i Biohazard ai tempi d'oro. Ne è prova questo disco, che -parallelamente al percorso stesso della band- punta prima di tutto a distanziarsi dal baraccone metalcore in senso lato, per portare avanti una linea di ricerca che da sempre acquista forme tanto innovative quanto solide e convincenti.

'Dark Horse', scelta come anteprima ascoltabile in streaming su Myspace, apre le danze con un riff veloce dal tiro quasi rock'n'roll, sul quale solo gradualmente si impone il marchio di fabbrica Converge. Ancora una volta il buon lavoro di Kurt Ballou alla produzione si fa notare e i suoni ruvidi scelti in fase di mixaggio fanno ben risaltare le sferzate che l'incipit dell'album propone. Del resto non molte band possono vantare un ingegnere del suono alla sei corde. L'aria math permane fino al pesante finale di 'Axe To Fall', song che diventa per forza di cose emblema di un disco macchiato da qui in poi da rallentamenti al limite dello sludge. Segue 'Effigy', feat. Steve Brodsky alla chitarra, che inaugura subito le collaborazioni illustri (e tutte in famiglia, nda), fondendo l'impatto punk dei Coverge con il piglio sinistro degli ultimi Cave-In. Non male davvero. Non mancano nemmeno i brani più lenti e magmatici, e se 'Damages' è un pezzo che spicca, non si può dire esattamente lo stesso per 'Worms Will Feed'. Riffage post core e sviolinate stridule a disturbare nel primo caso, sonorità alla Neurosis-ma-non-è-lo-stesso nel secondo. In 'Wishing Well' poi, ecco l'ennesimo cambio d'orizzonti sonori. Virata decisa verso il thrash-core, con il chitarrista/cantante dei Disfear a dare supporto, come in una grande opera '-core', più che rock. La componente più intransigente dei Bostoniani unita a sonorità thrasheggianti da buoni risultati anche in 'Cutter', con l'ex Himsa John Pettibone ai baking vocals.

'Axe To Fall', figlio acquisito di Epitaph, fa delle sue numerose sfacettature un punto di forza (aka suona tremendamente Hydrahead, nda). Certo, Ben Koller dietro le pelli picchia ancora decisamente forte in 'Dead Beat', e 'Slave Driver' ricorda che nel Massachusetts tira ancora l'aria di 'No Heroes', ma le due quasi-ballads finali fanno luce su una band che ha raggiunto l'ennesimo apice di maturità e che può osare. Con Steve Von Till c'è vera sintesi e scambio, ci sono i Converge che danno forma-canzone ai Neurosis, e il risultato è un pezzo che nasce folk per smembrarsi in un outro filo Scott Kelly. A chiudere, poi, l'ottima collaborazione con i Genghis Tron, quelli meno violenti e lisergici. C'è poco da fare, i Bostoniani conservano una loro continuità peculiare da anni, hanno scolpito un loro suono ed una loro identità e forti di questo possono aprirsi alla sperimentazione senza nessun paraocchi, consci dei rischi inclusi nell'operazione e magari fieri dei mezzi passi falsi serviti a scremare e a plasmare un prodotto finale sempre migliore.

Postilla dovuta per Mr. Bannon, portavoce da sempre di una certa 'poetica del niente fronzoli' nei suoi testi. Le lyrics procedono più per immagini immediate che per narrazione -vedi 'Dark Horse', cavallo nero, o lo sciame di api operaie già care ai Botch-, in un immaginario modernista, quasi elliottiano. L'artwork, curato come al solito dal frontman, è straniante e disallineato, molto lontano dal filone 'tirapugni e rosa rossa' al quale tentano di abituarci. Jacob Bannon va in fondo considerato come l'artista completo e attivo su più fronti qual è, e se è vero che l'importanza del supporto usato, sia questo un foglio, un microfono o una tavola grafica, dovrebbe essere sempre declassata alla sostanza del messaggio, è altrettanto scontato che tra i suoi lavori ci sia un gioco di richiami e di scambio produttivo.

http://www.myspace.com/converge
http://www.jacobbannon.com/

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