giovedì 15 ottobre 2009

CHILDREN OF BODOM – Skeleton In The Closet


Spinefarm - 2009
Melodic Death Metal (gli Stratovarius del Death)
Da 1 a 10: Pessimismo e fastidio (4)
Articolo di: Michele Marinel


Un sacco di gruppi si sono cimentati con album di cover, basti pensare a grandi nomi come Guns'n'Roses, Metallica o Slayer o, più di recente, gli Hatebreed. I risultati non sono sempre stati esaltanti (anzi quasi mai) ma sta di fatto che la cover, in sé, è un divertente esercizio di stile oltre che un tributo ad un artista o ad un gruppo (o semplicemente ad un brano) a cui ci si sente legati. I Children Of Bodom in particolare da sempre sono una vera e propria fucina di cover, che solitamente utilizzano come B-Sides fin dai tempi del secondo album "Hatebreeder".


In effetti gran parte dei brani contenuti in questo lavoro erano già stati pubblicati come bonus tracks di album o all'interno di singoli nemmeno tanto rari, cose che quindi i più accaniti fan del gruppo già possiederanno.
Il punto più debole di questo lavoro però è sostanzialmente la qualità delle cover, non della scelta dei brani, ma bensì del loro riarrangiamento. Nulla da eccepire sulle doti tecniche della band di Alexi Lahio, ma il gusto dei finnici per la rielaborazione è piuttosto discutibile.
Stranamente le cover migliori sono quelle più fuori contesto, come "Rebel Yell" di Billy Idol, "Somebody Put Something In My Drink" (carina anche se l'originale è tutto un altro discorso) per non parlare della esilarante versione di "Oooops... I did it again!" della Spears. Quelle che lasciano più a desiderare sono invece le cover di pezzi hard rock e metal, come la sciapa versione di "Aces High" e le imbarazzanti riproposizioni di "Mass Hypnosis" dei Sepultura e di "Silent Scream" degli Slayer, affossata dalla sciagurata idea di riproporre degli assoli con le tastiere.
Insomma un album per i fan, solo per i fan e nemmeno per tutti i fan. Un'operazione per far casa? Forse, ma in ogni caso si poteva fare meglio.

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