sabato 10 ottobre 2009

GNOSTIC - Engineering The Rule


Season Of Mist - 2009
Death Metal

Da 1 a 10: (7)
Articolo di: Maurizio Mazzarella


Attivi da circa quattro anni e provenienti dagli Stati Uniti d’America, più precisamente dallo stato dell’Atlanta, gli Gnostic dopo la pubblicazione di due demo, giungono con “Engineering The Rule” al proprio debutto sul mercato discografico per l’etichetta Season Of Mist. La formazione degli Gnostic è composta da Kevin Freeman dietro al microfono, Sonny Carson (Atheist) e Chris Baker (Atheist) alle chitarre, Stephen Morley al basso e Steve Flynn (Atheist) alla batteria.


Musicalmente il progetto Gnostic, è fautore di un technical death/thrash metal, con fortissimi richiami ai Pantera dei tempi d’oro per quanto riguarda la parte degli arrangiamenti più tradizionali. Parlando del disco, nel suo genere e nel proprio complesso, “Engineering The Rule” risulta un album pregevole in fatto di produzione, anche se i singoli brani mancano in alcuni frangenti di scorrevolezza e fluidità, considerazione questa ultima che non toglie nulla alle notevoli doti tecniche dei componenti della band. Si parte con “Visceral”, song che decolla lentamente, sino ad esplodere in un vortice di rabbia e brutalità, valorizzato da egregie doti tecniche ed un dinamismo pungente quanto incisivo, “Isolate Gravity” a seguire, segue la scia del brano precedente, differenziandosi per la propria immediatezza e per un lavoro delle chitarre assolutamente eccellente, “Sleeping Ground” invece, spiazza per l’incredibile rapidità d’esecuzione e per una sezione ritmica massacrante. Proseguendo, se “Composition” denota sound ultra moderno ed all’avanguardia, la successiva “Wall Of Lies” recupera uno stile più datato e tradizionale che non offusca la natura tecnico futuristica della band, ben presente anche in “Violent Calm”, brano dai ritmi iniziali cadenzati che col passare dei secondi si assesta su toni ruvidi, solidi e particolarmente robusti, caratteristiche palpabili anche in “Life Suffering”, pezzo massiccio e versatile. Nella parte finale dell’album, “Corrosive” si adagia su atmosfere esasperate e dall’impatto molto forte senza giovare di eccessivi virtuosismi, “Mindlock” si districa tra arrangiamenti impeccabili curati anche nel più piccolo dei particolari, la conclusiva “Splinters Of Change” infine, racchiude l’essenza degli Gnostic, riassumendo nel proprio complesso i contenuti di un disco che farà assolutamente felici i fan del genere

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